“…intanto Dustin Hoffman non sbaglia un film”

di Mirco Di MarcelloCorre l’anno 1984 quando Luca esco sul mercato con il suo primo album (in realtà registrato un anno prima, bloccato dai discografici per attendere il “momento giusto”). Devo dire che in un disco ho sempre dato i miei primi giudizio in base all’aspetto musicale (forse per l’amore verso la musica, suonata ed ascoltata, forse per il fatto che anch’io suono degli strumenti). Luca, devo dire ha fatto sempre eccezione, come sapete, di lui i testi sono le cose che più mi impressionano. Volendo però fare un piccolo esame (alla mia portata!) musicale del primo album, non c’è alcun dubbio: un prodotto ottimo. Qualità dei testi (sebbene ancora molto giovane, Luca dimostra un grado di maturità e sensibilità non indifferenti), qualità delle musiche e meravigliosi arrangiamenti. Non dimentichiamo le partecipazioni illustri di questo album: da Gaetano Curreri degli Stadio (produttore, pianoforte, tastiere e cori) a Ron (pianoforte e cori), da Roberto Costa (co-produttore, basso, tastiere e cori), ora bassista di Lucio Dalla, lo stesso presente nel disco come sassofonista con il finto nome di Domenico Sputo, a Ambrogio Lo Giudice, a Jimmy Villotti, a Bruno Mariani (che ritroveremo anche in album futuri). Un album molto acustico, a differenza dell’album che seguirà, Forever, dai suoni analogici e sintetizzati tipici degli anni 80 e della scuola Dalla – Curreri. Degna di nota (anche se tutte lo sono!) la bellissima “Questa sera”, che, se consentite, mi ricorda molto “Le case d’inverno” (canzone che adoro per la sua poesia stupenda… cosa che ho scritto anche a Luca) per le descrizioni minuziose che Luca da, quasi a farci entrare in quel quadro del suo animo in quel momento: “..e questa sera è come tutte le sere, l’ascensore bloccato, chi sta facendo la doccia, qualcuno torna a casa dopo aver rubato…/ mia madre è lì che ride e non si ferma mai, adesso lava i piatti…”
Piacevolissimo l’arrangiamento di “Ninna nanna” con degli archi stupendi scritti da Jimmy Villotti, rilassante e trasognante.
L’album ebbe un gran successo, e tutti si accorsero del fenomeno “Carboni”. Lo stesso Vasco Rossi in un’intervista di quegli anni dice riguardo ai suoi gusti musicali: “Luca Carboni è un altro personaggio piuttosto interessante, non lo conosco bene, però penso che abbia buone risorse. Mi sembra molto giudizioso, ha fatto quel pezzo dove dice… guarda che bella la vita, basta andare più piano… che forse è anche giusto, anche se poi io sono quello di “Vado al massimo”.
In questo album apprezziamo un Luca dalla voce timida, quasi timorosa… ma che sa essere molto aggressiva in alcuni brani (Amando le donne, Ma che amore incredibile). Lasciatemi infine ricordare una delle mille frasi stupende di Luca, tratte da “L’avvenire “Carboni: e poi sul viso dei vecchi ti incantavi a guardare le rughe.. tanto che avrei dato dieci carte da mille per averle anch’io.