Intervista a Riccardo Sinigallia

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Ciao Riccardo, PersoneSilenziose.it ti ringrazia innanzitutto per la preziosa opportunità che ci offri e per la tua disponibilità.

1.    Facendo un rapido excursus sulla tua storia di artista, ricordiamo che sei stato arrangiatore, produttore, cantautore e guest star in molti dischi di altri noti artisti italiani. Ma Riccardo Sinigallia principalmente come definirebbe se stesso?

Un appassionato di musica e parole e soprattutto delle suggestioni che queste mi provocavano da bambino in relazione alle persone che le rappresentavano.. a cui avrei voluto somigliare..
Ancora oggi – molto più raramente, ma con la stessa emozione di allora – tutto questo mi accade.

2.    Come molti sanno,tu fai parte di quella nuova generazione di artisti della scuola romana che ti vede protagonista insieme ai vari Niccolò Fabi, Max Gazzè, Federico Zampaglione, Daniele Silvestri, Alex Britti più una serie di artisti non propriamente romani ma adottati dall’ambiente musicale romano, come Frankie Hi Nrg o Sergio Cammariere. Se dovessi fare il punto della situazione, vedi ancora oggi, a Roma e in Italia più in generale, quel fermento musicale che negli anni 80-90 vi ha visto protagonisti?

Non credo che possa mai esaurirsi la pulsazione creativa che nasce in una metropoli come Roma..
Credo che ogni periodo avrà i suoi rappresentanti e che io non sia rimasto imbrigliato, pur essendo stato forse uno dei maggiori responsabili, in quella che poi è stata definita una scuola, ma che a mio giudizio è stata solo una congiuntura temporale e discografica, fortunata e parziale rispetto alla musica di Roma di questi anni.

3.    E voi invece quanto vi sentite i successori dei vari  Venditti, De Gregori, Baglioni,Zero?

Posso parlare per me stesso.. mi piacerebbe un giorno poter essere paragonabile ad uno di questi artisti per quantità e qualità di produzione.

4.    Da cantautore hai all’attivo 2 album,quello d’esordio del 2003 che porta il tuo nome e “Incontri a metà strada” del 2006. Quali sono i tuoi punti di riferimento di artista,t’ispiri a qualcuno? Pensi di essere riuscito a trovare un tuo stile,”il tuo marchio di fabbrica” o sei ancora alla ricerca di tutto ciò?

Credo di aver approfondito negli anni la conoscenza delle mie possibilità espressive nella musica e nel testo e di averlo anche coerentemente dimostrato negli anni di scrittura con e per altri e attraverso i miei dischi.  Ma cerco sempre. Non mi ispiro a nessuno nella forma, ma i percorsi artistici dei grandi cantautori del passato costituiscono per me un importante punto di riferimento.

5.    Luca Carboni cantava “…le band si sciolgono senza un perché…”…….tu che hai fatto parte di una band  come quella dei Tiromancino: sapresti dare una risposta al “perché” molte band si sciolgono nel tempo? Ritorneresti in futuro a far parte di una band?

Non potrei dire di no, sarebbe l’inutile privazione di una possibilità, certo con gli anni è sempre più difficile sacrificare o mediare le proprie intuizioni per mantenere in vita un sogno che è già svanito più di una volta nel nulla..
Forse è giusto che le grandi band rimangano unite e che le piccole band si sciolgano.. ma anche che ci siano state grandi band che sono durate un attimo…..

6.    In un’intervista radiofonica in occasione della promozione del disco “Le band si sciolgono”, Luca citò un verso di una tua canzone e dichiarò esplicitamente la propria stima nei tuoi confronti. Qual è la tua considerazione di Luca Carboni come artista? Ha fatto parte dei tuoi punti di riferimento di cantautore? C’è una canzone di Luca che vorresti aver scritto tu?

Quando mi hanno raccontato che Luca  parlava di me in un intervista o alla radio ero felice perché mi veniva in mente quando a sedici anni ero innamorato di due bellissime sorelle che amavano Luca Carboni e che mi avevano completamente spostato gli ascolti dall’ hard rock tipo Ac-Dc  o da Bob Marley e i Police alle piccole grandi suggestioni del minimalismo cantautorale di Luca che nella mia lingua mi faceva da colonna sonora e mi insegnava senza che nessuno di noi lo sapesse a fare il cantautore, come battisti, o come il primo vasco.
Ripensando a quei giorni sarebbe stato bello sapere allora che avrei fatto un disco con lui, anche perchè avrei sofferto molto meno per le due tipe….
Avrei voluto scrivere “Ci vuole un fisico bestiale su tutte”. Ma anche primavera e molte altre…

7.    La vostra conoscenza come colleghi è datata nel tempo oppure Luca ti ha chiamato, vi siete conosciuti in questi mesi e ti ha voluto coinvolgere in questo progetto che sta per uscire?

Sapevo appunto che lui mi aveva nominato in un paio di interviste e un giorno durante un mio concerto a Bologna in un club me lo sono ritrovato seduto a un tavolo che ascoltava il mio concerto.. abbiamo scambiato due parole e poi ci siamo rincontrati in un’altra occasione dove suonavamo tutti e due e poi all’improvviso, in un giorno di fine giugno, mi ha chiamato per dirmi se mi andava di intraprendere questo viaggio che sarebbe iniziato dopo pochi giorni..

8.    Da produttore hai all’attivo importanti lavori,uno su tutti mi viene in mente “La favola di Adamo ed Eva”, album di successo che lanciò l’ormai noto Max Gazzè: noi di PersoneSilenziose invece vorremmo sapere da te,in quanto produttore del disco,cosa ci dobbiamo aspettare da “Musiche Ribelli”, il nuovo album di cover che Luca farà uscire a fine novembre.

Credo che ci sia una parte della vita artistica di Luca. Quella che lo ha fatto sognare da ragazzino..
E’ più difficile per un cantautore confrontarsi con delle interpretazioni che rappresentare le proprie opere.. la cosa sorprendente è proprio il livello interpretativo con cui luca ha fatto proprie alcune delle canzoni più importanti della nostra storia recente.. accettando una sfida su vari livelli e questo fa di lui un artista vivo.

9.    Ho letto da qualche parte che hai inciso 18 versioni diverse del tuo brano “Il nostro fragile equilibrio”. Quante “prove” avete dovuto fare te e Luca invece,per trovare i brani giusti e gli arrangiamenti più adatti per questo nuovo progetto?

Non molte perché abbiamo fatto tutto in pochissimo tempo rispetto agli standard di entrambi.

10.    Da pochi giorni è in radio il primo singolo: “Ho visto anche degli zingari felici”. Come mai questa scelta? Dall’ascolto, lo stile e gli arrangiamenti sono in perfetta sintonia con il classico stile Luca. Vorrei sapere se avete punti in comune e quindi idee similari o è stato Luca ad “inculcarti” le sue idee per metterle poi in opera.

Luca mi ha portato prima di cominciare delle versioni dei pezzi scelti che aveva arrangiato con i suoi musicisti storici a Bologna, da li è nata una produzione a quattro mani che per forza di cose è il frutto delle sue intuizioni che non sono così lontane dalle mie. Ci siamo aiutati a vicenda.
Da subito zingari è stata la canzone che tutti noi abbiamo visto come maggiormente rappresentativa del progetto di luca, quando poi mi ha chiesto di cantarla con lui puoi immaginare la mia contentezza..

11.    Il titolo del lavoro che riprende il brano in esso contenuto di Eugenio Finardi, lascia trapelare il carattere politico e sociale dei singoli scelti per il progetto. Non pensi che negli ultimi anni nel mondo musicale sia andata un po’ smarrita la forza che una canzone può avere nel trattare temi forti e importanti della vita di tutti i giorni? Non credi che ci sia troppa banalità nei testi rispetto a qualche tempo fa?

Credo ci sia banalità nei testi che arrivano alla radio e alla televisione.
Ci sono molti artisti in Italia che scrivono canzoni bellissime ed emozionanti che sono automaticamente fatti fuori dai circuiti che portano alla cultura popolare di oggi solo perché emozionano veramente e quindi vengono considerati eccessivi o “non funzionanti”.

12.    Tutti ti ricordiamo anche per la collaborazione che hai avuto con Frankie Hi Nrg cantando e apparendo nel video del brano “Quelli che benpensano”, un connubio niente male visto che tu e Frankie non appartenete propriamente alla stessa dimensione musicale. Ricordaste molto un altro connubio clamoroso ma di grande successo come quello tra Luca e Lorenzo Jovanotti. Fermo restando che ognuno poi intraprende la propria strada artistica,non pensi che dovrebbero esserci più spesso queste collaborazioni di artisti anche molto diversi fra loro ma che potrebbero dare ottimi contributi alla musica di oggi?

Si, quando queste collaborazioni nascono da una profonda condivisione artistica o da un rapporto forte arricchiscono sempre chi partecipa  e di conseguenza chi  ascolta.

13.    In conclusione, come è stato per te lavorare con Luca in questi mesi? Hai qualche aneddoto da ricordare?

Ne ho molti
Ma sarebbe riduttivo raccontarli.
È stata un’esperienza molto importante per me e spero che non si esaurisca con questo album.

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