Luca Carboni falegname per Appennino Food

Luca Carboni falegname, tartufo

Periodo molto intenso e produttivo per Luca Carboni che, oltre agli impegni della registrazione del nuovo album, si diletta nel fare il falegname, lo scultore e il contadino!

In questo articolo tratto da Il Resto Del Carlino, lo scopriamo nell’insolita veste di falegname arredatore!

Bologna, 28 maggio 2013 – CINQUE milioni di fatturato, e tutto per merito di un cane. Anche se, a dirla tutta, al fiuto dell’animale per i tartufi ha fatto il paio quello di Luigi Dattilo, all’epoca 17enne, per gli affari. La prima svolta per la Appennino Food di Savigno è arrivata nel 1998, con l’avvio della produzione gastronomica di salse, creme e altri prodotti affidata al fratello di Luigi, Andrea. La seconda, anticipano, è dietro l’angolo.

Cosa bolle in pentola?
«Stiamo per ottenere il permesso a commercializzare prodotti a base di carne di suino negli Stati Uniti, che oggi è il nostro primo mercato con oltre il 50% del fatturato totale».

Chissà se oltreoceano sanno che i vostri prodotti nascono davvero nel bel mezzo della montagna.
«E’ stata una scelta: siamo nati a Sasso Marconi, a un passo dall’autostrada. Nel ’98 ci siamo spostati a Monteveglio. Ma più crescevano gli affari e più sentivamo il bisogno di inoltrarci in quel mondo che esportavamo».

Dove guarda oggi Appennino Food?
«Il mercato italiano pesa per noi poco più del 20%. Il resto lo facciamo tra Usa, Germania, Spagna, Giappone, Cina, Brasile, Emirati arabi…».

Siete diventati società per azioni: ora toccherà convincere gli investitori a puntare su di voi.
«Parleranno i numeri: il fatturato 2012 è stato di circa 5 milioni di euro. Altri 5 milioni ci derivano dalle partecipazioni in marchi satellite come La dispensa di Amerigo e in partenariati esteri come la Bilancia Truffelhandels, che ci commercializza in Europa. In più il primo quadrimestre del 2013 si è chiuso con un +15%: di questi tempi…»

La crisi ha salvato la montagna?
«No, ci siamo immersi anche noi. Ma l’unico modo che conosciamo per reagire è non fermarci».

Dicono tutti così. Davvero non serve altro?
Occorre puntare sulla qualità. Noi non abbiamo mai ceduto alla sirena del risparmio o fatto i furbi con le materie prime. E pensi che la falsificazione del Made in Italy arriva prima di tutto dall’Italia! Sa da dove proviene il Parmesan cheese più venduto in America? Non certo dalla Cina…»

Che effetto le fa ripensare a quel diciassettenne che cercava tartufi?
Non ho mai smesso di cercarli, ma oggi lo faccio per passione. D’altronde è a quella passione che devo tutto: da mio padre ho avuto solo un insegnamento: ‘lavora e sii onesto’».

Ai soldi, invece, ci avranno pensato le istituzioni?
Mai visto un euro o un’agevolazione fiscale in 26 anni. Ma non credo che servano i soldi per cominciare. I giovani, piuttosto, avrebbero bisogno di consulenze. Servono esperti che li aiutino a comprendere il mercato, a decifrare le leggi, a registrare un brevetto, a compilare un bilancio. Se penso alla fatica che abbiamo fatto noi…»

Avrete pur avuto qualche amico al vostro fianco…
Sì, uno: l’autore della sedia su cui sediamo adesso, del tavolo e di tutti gli arredi. È un artista straordinario ed eclettico, anche se, più che per il legno, è conosciuto per le canzoni. Si chiama Luca Carboni. Ci ha accolto lui all’arrivo a Savigno…»

Articolo di Simone Arminio.

Video visibili su: http://www.ilrestodelcarlino.it/bologna/cronaca/2013/05/28/895249-premio-mascagni-dattilo-appennino-food.shtml

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