Nuovo mondo – 1997

Credo che in tanti piùo meno consciamentestiano vivendo la suggestione di essere all’inizio di un nuovo millennio.C’è nell’aria, la sensazione di vivere un momento di transizione,la certezza di avvicinarsi come dice qualcuno: a un tipo di societàche sarà tanto diversa da quella di oggi, quanto lo fu la societàintrodotta dalla Rivoluzione Industriale rispetto a quella del lungo periodoagrario che l’aveva preceduta. Noi siamo qui nel momento del cambiamento,siamo i primi ad entrare confusi, intimoriti e incerti nel ‘Nuovo Mondo’,siamo anche i primi a viverlo, ma anche a farlo, ad impostarlo. Forse non* un caso che noi ci troviamo qui, in questo momento, in questo tempo, ognunodi noi, io e te, individualmente e collettivamente, … questa èuna cosa che penso spesso ultimamente. Siamo qui forse per non essere spettatoripassivi del nostro tempo, anche se a volte ci sentiamo delle pedine inutili,impotenti, scoraggiati e disperati. Siamo qui anche per sognare che il mondodi ‘fuori’ assomigli al nostro mondo di ‘dentro’. A me spesso capita diguardare il mondo e sentire che è molto diverso da quello che sono,che sento e che voglio io nel profondo, perché subire questo, rimanereferiti e non reagire? Il Nuovo Mondo non è solo ‘Tecnologia’ chearriva dall’alto (tra l’altro gestita e imposta da grandi gruppi commerciali)di fronte alla quale spesso ci sentiamo ‘consumatori’ piccoli e ignoranti,il Nuovo Mondo non è il fax tridimensionale, internet, la realtàvirtuale, il telefonino mondiale, il satellite. Non è nemmeno laScienza che ci dà nuove informazioni, nuovi dati. Il Nuovo Mondoè soprattutto un nuovo uomo, che certamente inventa, migliora, usa,ricerca tutte queste cose e altre ancora, ma che sogna un ‘Nuovo Mondo Migliore’,che è consapevole dei disastri che si fanno contro il pianeta e chepretende il rispetto della natura, che è consapevole del dislivellotra i ricchi e i poveri, tra i paesi ricchi e i paesi poveri e ricerca l’equilibrio,che è contro le discriminazioni etniche e religiose, che lavora perchésempre piùpersone abbiano accesso alla conoscenza e all’informazione,che sta alla larga dai partiti politici concentrati solo sulle scadenzeelettorali, che è per la solidarietà, per la pace che nontiene in considerazione solo i valori materiali, che è contro lasmania del profitto, che non pensa solo all’interesse del ‘suo’ paese, della’sua’ patria, ma a quello dell’uomo, dell’umanità. Siamo qui io ete, a quattro anni dal 2000, io e te, e chi sta volando sull’Atlantico dentroun aereoplano, chi sta fischiettando in viale Ceccarini, un bambino appenanato, mio padre in bicicletta, abbiamo tante piccole grandi cose da sognaree da fare. E mi viene in mente una frase scritta da Oscar Wilde un secolofa: ‘Una carta geografica del mondo che non includa il paese di Utopia nonè degna neppure di un’occhiata poiché taglia fuori il solopaese al quale l’umanità anela sempre ad approdare’.
CORAGGIO!
P.S. Mentre stavo rileggendo questo foglio al bar, un ragazzo mi ha posatosul menù queste quattro righe:
Io sono troppo palestinese
Tu sei troppo israeliano
Abbiamo storie sempre tese
Con il sasso nella mano