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CHIANCIANO TERME

Chianciano Terme sorge su una collina che domina la fertile Valdichiana
e la magica Vald'Orcia.
Immerso nelle verdi colline toscane, ai confini con l'Umbria, gode di un clima mite e di un territorio
ecologicamente sano e incontaminato.

La cittadina offre al suo interno una rilevante quantità di verde nei parchi termali e nei giardini pubblici; stabilimenti Termali e Alberghi sono collegati al centro della città dai viali alberati su cui si affacciano le vetrine di eleganti negozi.
   
Chianciano conserva testimonianze etrusche di notevole rilievo. Le numerose tombe scoperte nel secolo
scorso e negli ultimi anni, dimostrano l'estrema raffinatezza e ricchezza della popolazione etrusca, che abitava questa zona e che già conosceva ed
apprezzava le acque termali, rese poi famose ai tempi dei Romani.
   
BENESSERE NATURALMENTE
Il Centro Termale offre tutte le possibili opportunità a chi cerca un soggiorno capace di unire la cura del fisico con escursioni a città d'arte, chiese, musei e paesaggi immutati nel tempo senza trascurare l'aspetto enogastronomico di una terra che ha fatto conoscere al mondo vini come il Chianti, il Nobile di Montepulciano e il Brunello di Montalcino e cibi come la bistecca alla Fiorentina o il formaggio pecorino.




CHIANCIANO TERME - La storia


Stemmi rinascimentali di podestà senesi di Chianciano

Chianciano Terme è situata nel cuore di un'area abitata dall'uomo fin dai tempi preistorici.
Etimologicamente il suo nome è riconducibile all'antichità: secondo alcuni
Cis- Clanas (di qua dalla Chiana), secondo altri da un nome personale Clante-Clantianum.
Il Paese, sicuramente di origine etrusca, era compreso nel dominio di Chiusi e situato lungo la direttrice che univa, quest'ultima al mar Tirreno.
Le più significative scoperte archeologiche del territorio di Chianciano infatti sono avvenute lungo
l'asse Chiusi-Poggio Bacherina - le Piane, area in cui i rinvenimenti archeologici sembrano testimoniare l'esistenza di un centro
etrusco, la Foce, e risalgono al V e al II sec. a.C.. Del V sec. a. C. sono i bronzi di Sillene e la Necropoli della Pedata, dove sono stati ritrovati eccezionali reperti, tra cui la Mater Matuta e il Gruppo Cinerario ora nel Museo Archeologico di Firenze.
Del II sec. a.C. sono numerose sepolture: la fattoria di Poggio Bacherina
ed altri insediamenti agricoli di piccole e medie dimensioni, l'area Sacrale di Fucoli, dove è stato rinvenuto uno stupendo frontone di grande valore artistico. Un'altra importante scoperta nel territorio di Chianciano consiste nella sepoltura tardo orientalizzante del VII sec. a.C., rinvenuta presso Poggio alla Sala, contenente un ossario in bronzo sul trono a forma di sedia. Non vi è dubbio che a Chianciano vi fu anche un centro abitato in epoca imperiale romana (Clancianum), testimoniato dal ritrovamento di monumentali
resti in opera laterizia di una villa romana sviluppatasi dal I sec. d. C. e di reperti archeologici vari nella località le Camarelle. Dopo la fine dell'Impero Romano, la tendenza a spostare i centri abitati in
pianura vicino alle grandi vie di comunicazione subisce un'inversione di tendenza determinata dall'invasione dei Longobardi e di altri popoli stranieri e, nel tardo Medio Evo, dal progressivo rimpaludimento dei fondovalle.
Fu in epoca Longobarda che iniziarono a formarsi, nel territorio di Chianciano, le prime aggregazioni contadine nelle zone più produttive, da cui in seguito avrebbe preso avvio l'incastellamento.
L'alleanza del papato con l'impero Carolingio per contrastare l'espansionismo Longobardo determinò, durante l'VIII e il IX sec., il consolidarsi del sistema feudale.
Il centro della vita sociale ed economica si spostò dalla città alla campagna: le popolazioni si concentrarono sulle colline, nei borghi e nei castelli fortificati.
L'emigrazione delle famiglie detentrici del potere politico determinò anche in questo territorio l'affermarsi dei nobili nei castelli ove esercitavano l'autorità politica, religiosa ed economica.
Verso la fine del IX sec. il Ducato di Chiusi si trasformò in contea; da cui sembra provenissero i Conti Manenti Rimbotti di Chianciano, i quali, secondo la "cronaca Orvietana" di Cipriano Manente, sembra che già abitassero il Castello di Chianciano, munito di terre e roccaforte e cinto da mura, fin dal 976.
Questo luogo, come è ben visibile tutt'oggi, si trovava in una posizione dominante gran parte della Val di Chiana fino al Lago Trasimeno, posto su una strada importante che da Perugia passava per Chiusi e saliva dal castello per andare poi a collegarsi con la via Francigena, aveva tutte le caratteristiche per divenire sede del potere istituzionale e religioso.
Tra il X e l'XI sec. il castello crebbe fino a divenire il centro importante di una vasta zone; nello stesso tempo anche il potere dei Conti Manenti si consolidò sul territorio.
Secondo alcuni documenti orvietani del 1127 i conti misero la terra di Chianciano sotto la protezione del comune di Orvieto fino alla metà del XII sec.. La posizione strategica del castello, il fatto di trovarsi a metà strada tra Chiusi e Montepulciano, la discordia fra i senesi ghibellini e gli orvietani guelfi, fecero di Chianciano uno dei territori più contesi e ambiti soprattutto da Siena, poiché per essa costituiva un buon punto di appoggio per la conquista di Montepulciano, il quale in questo periodo era divenuto un comune potente e pericoloso. I senesi, quindi, con abilità si fecero amici i conti Manenti (1202) e alleati gli orvietani.
Il patto fu rispettato fino al 1229, quando i guelfi insieme agli orvietani, temendo che i Senesi e tutti i ghibellini volessero conquistare Montepulciano e i centri vicini, diedero avvio ad un offensiva. Siena seppe gestire la situazione con abilità, finché, una volta saputo che orvietani e perugini stavano assediando Chiusi, stipularono un accordo con quest'ultima e vennero in suo aiuto, riuscendo a sgominare gli assedianti. Gli orvietani in fuga si rifugiarono nella rocca di Sarteano, dove furono nuovamente sconfitti. I senesi volsero a questo punto la loro attenzione a Chianciano, che fu occupata con facilità. In conti Manenti, rinnegando i patti con Orvieto, ne stipularono di nuovi col Podestà di Siena, ponendo la loro terra sotto la sua protezione. I guelfi però non accettarono la sconfitta: in particolare i fiorentini e gli orvietani continuarono a predare nelle campagne di Siena, costretta così a chiedere l'intervento dell'imperatore.
Infine nel 1237, grazie anche all'intervento papale, fu stipulata la nuova sottomissione di Chianciano al comune di Orvieto.
Nel 1244 i conti Manenti assoggettarono a Montepulciano un terzo dei loro possedimenti. Nel 1259 i senesi assalirono Montepulciano, presero prigionieri i conti Manenti, i quali stipularono insieme ai poliziani un trattato contro gli orvietani.
Nel 1263, dopo un tentativo fallito di riavvicinarsi ad Orvieto, i conti si allearono nuovamente con i senesi e nel 1264 sottoposero la terza parte di Chianciano e Sarteano al comune di Siena. Da quel momento per i Manenti iniziò la rovina: furono messi al bando dal comune di Orvieto, presso cui avevano perso ogni affidamento; stretti da i debiti furono costretti vendere tutte le loro terre.
Il Castello di Chianciano, non più conteso tra Siena e Orvieto, si era rafforzato e nel 1276 gli abitanti scacciarono i conti Manenti, ormai divenuti tiranni; da questo momento Chianciano iniziò a governarsi da sé sotto la protezione di Orvieto. Nel 1287 Chianciano fu libero comune e vennero prolungati gli statuti; nel 1346 ruppe i patti con Orvieto,
ormai in pieno declino, e si pose sotto la protezione di Siena, stipulando con essi un trattato di alleanza più che una sottomissione.
Da questo momento il comune di Chianciano si amministrò con statuto proprio e rimase con la Repubblica Senese fino al 1556, quando il suo distretto entrò a far parte del Granducato di Toscana. Nel 1557 furono ripresi e fissati i confini tra il territorio di Chianciano e quelli di Montepulciano.

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